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Dislessia - Domande & Risposte

Aggiornamento: 24 giu 2021

l'articolo ha scopo divulgativo


Nell’articolo precedente ci siamo impegnati a fornire una breve panoramica sul mondo dei DSA. Oggi invece cercheremo di approfondire uno dei disturbi specifici dell'apprendimento, quello di cui maggiormente sentiamo parlare: la Dislessia!

Che cos’è? Scopriamolo insieme.

Mio figlio legge con difficoltà! Mio figlio ha una lettura poco fluida! Mio figlio commette numerosi errori durante la lettura di un testo o di singole parole!

Un genitore spesso dà per scontato che con il passare del tempo le

capacità di lettura del proprio bambino miglioreranno, che i suoi errori e la sua lentezza siano legate al poco tempo dedicato a leggere libri.

Alcune volte le ipotesi dei genitori sono vere e le difficoltà di lettura sono imputabili ad una scarsa inclinazione alla lettura del bambino e, infatti, il miglioramento è osservabile in breve tempo. Altre volte, tuttavia, la causa non è così scontata e alla base delle difficoltà del bambino ci potrebbe essere un disturbo noto con il termine “Dislessia”.

Che cos’è la Dislessia?

Il termine Dislessia è, a volte, erroneamente utilizzato per indicare un insieme di disturbi che sono invece ben distinti e classificati sotto la sigla DSA (per approfondire clicca qui https://melisabettaquarta.wixsite.com/npnleccemacchite…/blog)

Possiamo definire la Dislessia come il disturbo specifico della lettura. Può iniziare a insorgere già in età prescolare e in questo caso si manifesta con la mancata acquisizione dei prerequisiti. Le difficoltà e il disturbo, tuttavia, diventano evidenti in maniera saliente con l’ingresso del bambino nella scuola primaria: una lettura lenta e scorretta sono i campanelli d’allarme.

Quando è possibile diagnosticare il disturbo?

Per maggiore chiarezza scientifica, e per una questione di praticità e tempistiche di apprendimento, può essere diagnosticata già alla fine della seconda classe primaria.

Una diagnosi precoce del disturbo permette di agire tempestivamente con dei trattamenti mirati volti a ridurre il gap del bambino con diagnosi rispetto ai propri coetanei normo-lettori.

Come faccio a capire se mio figlio ha delle difficoltà?

Solitamente la segnalazione di difficoltà di lettura viene dalle insegnanti, professioniste attente e allenate all’ascolto dei bambini. Le maestre hanno una grande esperienze perché, nel corso delle loro carriere, hanno visto e ascoltato molti bambini. Anche i genitori possono rilevare alcune difficoltà.

Capita tuttavia che i bambini non vengano segnalati, in quanto non manifestano delle difficoltà così evidenti o hanno imparato a compensarle.

A quali indizi devo prestare attenzione? Come posso fare?

Ascoltare attentamente il bambino mentre legge può essere il primo step per ipotizzare una difficoltà: sostituisce le lettere o le sillabe che compongono la parola? oppure omette sillabe e lettere? La lettura appare fluida? Oppure è stentata? È veloce ma commette molti errori? Oppure è lento e ne commette pochi?

Se individuate questi elementi è bene contattare un professionista, un neuropsicologo o uno psicologo esperto nei DSA, che valuti con strumenti standardizzati le prestazioni del bambino.

ATTENZIONE!

Alcuni studi indicano che molti dei bambini dislessici italiani sono caratterizzati principalmente da una lettura lenta e relativamente accurata. Ciò significa che non è necessario che il bambino commetta molti errori durante la lettura per ipotizzare la presenza di una difficoltà. Un’altra cosa importante riguarda il fatto che molti bambini dislessici non hanno difficoltà nella comprensione di ciò che leggono.

Un errore che spesso si commette: “aspettiamo e migliorerà con il tempo”

In realtà i bambini italiani acquisiscono molto rapidamente la capacità di leggere in maniera accurata e fluente, sin dai primi anni della scuola primaria!!!! Ne consegue che è bene approfondire il prima possibile e con strumenti adeguati le abilità di lettura del bambino.

Che cosa significa se mio figlio si rifiuta di leggere?

Se il bambino si rifiuta di leggere, i motivi possono essere molteplici, tra i tanti ci potrebbe essere timidezza o vergogna in quanto riconosce le proprie difficoltà e non vuole essere “sgridato” o “deriso”. La medesima situazione potrebbe verificarsi in classe e potrebbe determinare una mancata segnalazione da parte delle maestre.


Devo preoccuparmi se mio figlio manifesta questo disturbo?

Preoccuparsi è nella natura di un genitore, ma state tranquilli, la Dislessia è paragonabile alla miopia: se per la miopia procuriamo al bambino un paio di occhiali, per la dislessia basterà affidarsi ad un professionista neuropsicologo o psicologo (esperti in DSA) che delinei un trattamento adeguato al disturbo del bambino. Infatti, sebbene utilizziamo il termine dislessia in modo generale per riferirci al disturbo di lettura, esso si può manifestare in diverse forme e uno stesso trattamento può andar bene per un bambino, ma non per un altro. Proprio come un paio di occhiali può andare bene per una persona e non per un’altra.


Se mio figlio è Dislessico vuol dire che non è intelligente?

Dislessia non è sinonimo di intelligenza ridotta, infatti per poter porre diagnosi è necessario che il bambino presenti un QI (quoziente intellettivo) nella norma.

Quindi esistono trattamenti efficaci per la dislessia? In cosa consistono?

La ricerca negli ultimi anni ha fatto progressi notevoli. Sono presenti diversi strumenti che permettono di migliorare notevolmente le abilità del bambino. Molti di questi strumenti coincidono con software. Lo studio NPN Macchitella dispone di tecnologie e software all’avanguardia per il trattamento della dislessia. Alcuni di essi possono essere implementati in modalità di teleriabilitazione. Lo Studio è stato accreditato ad utilizzare un importante programma riabilitativo per la dislessia basato sul “Balance Model” (unico centro nel 2019 presente nel sud e centro Italia).

I trattamenti sono efficaci a qualsiasi età?

Alcuni studi indicano che un miglioramento è sempre possibile.

A cosa mi serve contattare un professionista?

Contattare lo psicologo vi aiuterà ad avere un profilo clinico completo del vostro bambino ed eventualmente una diagnosi (con valore legale) che metterà in luce punti di forza e debolezza. Vi aiuterà ad avere strumenti più consoni alle abilità del bambino. Questo perché esiste una legge (legge 170 del 2010) che tutela proprio i bambini con DSA.


Cosa prevede questa legge? Non voglio che mio figlio sia etichettato come DSA, posso fare a meno di segnalarlo?

La legge 170/10 prevede che qualora vostro figlio abbia una certificazione di uno o più disturbi specifici dell’apprendimento, la scuola è tenuta ad adottare strumenti compensativi e misure dispensative.

Attenzione però: il fanciullo sarà comunque tenuto a svolgere tutto il programma senza modifiche salienti.

Quindi la risposta è: potete non segnalarlo, ma a che pro? Ne andrebbe di mezzo il bambino che sarebbe costretto ad una mole di lavoro troppo elevata che aumenterebbe ulteriormente il divario tra il piccolo e i suoi compagni.

Cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative?

Gli strumenti compensativi, come possiamo comprendere dal termine, sono misure che servono a compensare le carenze del bambino offrendo degli strumenti – come audio libri o materiali di testo ad alta leggibilità – che lo pongano allo stesso livello degli altri bambini; le misure dispensative, appunto, dispensano da alcune attività che possono risultare troppo difficili e frustranti.

Il DSA può acquisire il diploma, il certificato di laurea e potrà accedere a concorsi?


Si. I ragazzi con DSA sono dei ragazzi con intelligenza nella norma ed hanno tutte le carte in regola per poter affrontare e acquisire i titoli di studio. Esistono ragazzi DSA che frequentano l’Università con successo, nonostante le difficoltà.




Non esitate a contattarci per ulteriori informazioni.

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