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Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD o DDAI)

Aggiornamento: 24 giu 2021


l'articolo ha scopo divulgativo


"Mio figlio non sta mai fermo! È in continuo movimento! Non riesce a stare seduto! Si distrae, non ascolta ciò che dico! Perde sempre tutto il materiale scolastico! Parla sempre e interrompe gli altri mentre parlano!" Queste sono solo alcune delle affermazioni che sentiamo pronunciare dai genitori che si rivolgono a noi. Molto spesso i genitori credono che questi comportamenti siano normali e siano frutto della vivacità del bambino, soprattutto quando sono molto piccoli. Questo più essere vero in alcuni casi, ma quando tali comportamenti compromettono il raggiungimento di alcuni "traguardi" (ad esempio, in ambito scolastico o sociale) potrebbe trattarsi di ADHD: disturbo da deficit di attenzione e iperattività/impulsività.


Che cos’è l’ADHD?

L'acronimo ADHD (prestito dalla lingua inglese) si riferisce al “Disturbo da deficit di attenzione e iperattività/impulsività”. Come tutte le sigle, anche “ADHD” può incutere timore e ansie, ma è bene conoscere il termine. Scopriamo insieme che cos’è. L’ADHD è un disturbo del neurosviluppo, questo significa che tende a manifestarsi nel corso dell’età evolutiva. Si manifesta in due o più contesti di vita del bambino (casa, scuola, oratorio, ambienti sportivi ecc…). Spesso, chi si rivolge a noi descrive i propri figli come eccessivamente vivaci e distratti.


Quando è possibile porre diagnosi?

Non sono presenti limiti di età per la diagnosi di ADHD, i sintomi devono comunque manifestarsi prima dei 12 anni ed esistono prove che i criteri diagnostici possono essere applicati anche in età prescolare.



Come è possibile distinguere l'ADHD dalla "semplice" vivacità?

In breve, esistono due principali criteri. Un primo criterio è di tipo statistico e contempla confrontare i comportamenti del bambino con i comportamenti "medi" che solitamente manifestano i bambini della stessa età. Il secondo e più importante criterio è funzionale. La vivacità, per essere considerata "normale", non dovrebbe compromettere il funzionamento e il raggiungimento di alcuni traguardi in ambito sociale, scolastico o lavorativo. Il bambino, ad esempio, non raggiunge alcuni obiettivi scolastici sebbene possieda le abilità intellettive per farlo.


Potrebbe essere solo maleducato?

Assolutamente no. Come accenneremo a breve, il disturbo non è determinato dallo stile educativo.



Quali sono i sintomi dell’ADHD e come cambino nel tempo?

I sintomi sono molteplici. L'ADHD può avere 3 presentazioni cliniche:

- Disattenzione predominante

- Iperattività/impulsività predominante

-Combinata (ovvero disattenzione + Iperattività/impulsività).

Le presentazioni cliniche possono inoltre differenziarsi in base a diversi livelli di gravità e possono manifestarsi in uno stesso individuo nel corso del tempo. Solitamente in età prescolare i sintomi maggiormente evidenti e che possono essere considerati per il genitore e l’insegnante un campanello d’allarme sono i sintomi di iperattività. Con l’ingresso nella scuola primaria solitamente iniziano a manifestarsi anche i sintomi di distrazione. Con il trascorrere degli anni l’iperattività regredisce o si manifesta attraverso differenti comportamenti (come vedremo nel prossimo articolo ADHD negli Adulti), mentre la distrazione continua a caratterizzare il giovane con ADHD.


Cosa significa iperattività e impulsività?

Il termine iperattività indica un'eccessiva attività motoria. L'impulsività si riferisce ad azioni affrettate, avventate, inappropriate e che possono avere un esito negativo. Il soggetto con ADHD "non riflette prima di agire". In questi bambini possiamo riscontare alcuni comportamenti tipici che sottolineano l’insofferenza del bambino a stare fermo e/o aspettare il proprio turno. I comportamenti di iperattività e impulsività sono diversi, vediamone alcuni.



Quali sono i sintomi di iperattività e impulsività a cui stare attenti?

Il bambino si muove in continuazione. Sembra avere "tanta energia" e sembra che "non si stanchi mai". Spesso muove le mani o i piedi o non riesce a stare seduto. Si alza in classe o in situazioni in cui ci si aspetta rimanga seduto. I genitori dicono spesso: “Stai seduto/a” o frasi simili. Parla eccessivamente. Rispondere ancor prima che le domande siano completate . E' difficilmente gestibile in luoghi pubblici (ad esempio negozi o supermercati); in questi contesti "non sta mai fermo e tocca tutto". Ha difficoltà a giocare in attività tranquille. Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno. Interrompere le attività degli altri o comportarsi in maniera invadente.


Che significa disattenzione? Quali sono i sintomi?

Con il termine disattenzione ci riferiamo alla difficoltà del bambino/ragazzo nel prestare attenzione per periodi prolungati di tempo. Il bambino solitamente appare sbadato nelle attività quotidiane. È disordinato e spesso perde o dimentica il materiale necessario per i compiti scolastici o per le attività. Dimentica di portare le cose o le dimentica a scuola o a casa di amici. Perde i diari, le penne, il necessario per la palestra o altre cose. Non riesce a trovare i giocattoli o i compiti assegnati per casa. Il bambino ha difficoltà a rimanere concentrato durante le lezioni e per questo sembra pensare ad altro (come se avesse “la testa tra le nuvole”). Non riesce a prestare attenzione ai particolari, si distrae facilmente e questo può determinare errori nell'esecuzione di un compito. Evita di svolgere compiti che richiedono un'attività mentale sostenuta per un lungo periodo di tempo. Quando esegue un compito o un’attività, fa le cose in modo confuso, senza un ordine. Non porta a termine le attività che inizia. Commette errori di “distrazione” in quanto non legge le domande in modo adeguato. Durante i compiti, se non seguito, può dimenticare di fare qualcosa.


Quali sono le cause dell'ADHD?

La genetica del comportamento, ovvero una scienza che studia le cause genetiche del comportamento, ha ormai accertato che l'ADHD è fortemente condizionato da fattori genetici. I fattori ambientali (ad esempio, lo stile educativo) possono tuttavia condizionare e "indirizzare" (in positivo o negativo) le manifestazioni del disturbo e le sue complicazioni nella vita quotidiana.


Se mio figlio è ADHD è poco intelligente e non può imparare?

Avere ADHD non implica avere una scarsa intelligenza.


ATTENZIONE!

Diversi studi, condotti nei reparti di neuropsichiatria infantile, indicano come vi sia una maggiore prevalenza di casi di ADHD di tipo combinato, ovvero quei casi caratterizzati dalla presenza sia di sintomi disattenti che di quelli iperattivi/impulsivi.

Altri studi tuttavia hanno permesso di constatare come nella realtà i casi di ADHD inattento siano molto più frequenti di quanto si pensasse.

Come possiamo dunque spiegare tale discrepanza?

Un' ipotesi plausibile riguarda la possibilità che si tenda a segnalare con maggiore facilità i bambini che presentano sintomi di iperattività e impulsività perché creano maggiori difficoltà all’interno delle dinamiche scolastiche; mentre i sintomi di disattenzione sono spesso sottovalutati o attribuiti ad una scarsa attitudine allo studio o alla materia trattata.



Questo cosa vuol dire?

Questo vuol dire che non sempre la mancata segnalazione del bambino sia sinonimo di assenza di ADHD. Questo perché troppo spesso l’ADHD viene inquadrato solo nell’ottica del bambino iperattivo, quello che non sta mai fermo e che disturba la lezione.

Se noti disattenzione (e i sintomi che sono stati prima descritti) è bene contattare una figura professionale specializzata nella diagnosi dei disturbi del neurosviluppo (psicologi, neuropsicologi e neuropsichiatri) per una valutazione e l’implementazione, se necessario, di un programma di intervento.


Cosa posso fare per aiutare mio figlio?

La prima cosa da fare quando osservi uno o più sintomi è rivolgerti al pediatra e contattare uno specialista, psicologo, neuropsicologo o neuropsichiatra infantile (esperti in ADHD), che provvederà ad implementare il protocollo di valutazione appropriato al fine di confermare o escludere la presenza del disturbo. Nel caso la diagnosi fosse confermata, sarà opportuno seguire le indicazioni che vi verranno fornite in merito a come affrontare la situazione.



Esistono trattamenti efficaci per l’ADHD? In cosa consistono?

I "rimedi" per l'ADHD sono molteplici e possono essere suddivisi in trattamenti farmacologici e trattamenti non farmacologici. La scelta di quale trattamento o combinazione di trattamenti svolgere dipende da una serie di variabili, quali l'età del soggetto, la gravità della sintomatologia e la presenza di altre problematiche concomitanti. La scelta di un trattamento piuttosto che un altro quindi varia da caso a caso e dovrà essere svolta successivamente ad un'attenta valutazione eseguita da specialisti sull'ADHD. La possibilità di implementare trattamenti appropriati è di primaria importanza per creare le situazioni ambientali che possano incentivare un'evoluzione positiva della sintomatologia (vedi paragrafo successivo). Per ciò che riguarda i trattamenti non farmacologici, alcune tra le più autorevoli linee guida internazionali raccomandano il parent-training, la psico-educazione, la terapia comportamentale eil supporto specialistico.


Si guarisce dall'ADHD? Il soggetto con ADHD vivrà sempre dei fallimenti nella vita?

In alcuni casi è possibile che si verifichi una remissione parziale della sintomatologia. Nella maggioranza dei casi tuttavia l'ADHD permane anche in età adulta. Ciò non significa che il bambino o l'adulto con ADHD sia "condannato" a vivere una serie di fallimenti (scolastici, lavorativi e relazionali). Come abbiamo accennato sopra, le condizioni ambientali possono modificare e "indirizzare" l'evoluzione e l'espressione del disturbo anche in maniera positiva. Secondo quanto indicato in un lavoro pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale BEHAVIORAL AND BRAIN SCIENCES, le condizioni ambientali (tra le quali troviamo i trattamenti non farmacologici discussi sopra) possono indirizzare i sintomi dell'ADHD verso espressioni più adattive e "vincenti". Ad esempio, un bambino/adulto con ADHD potrà essere una persona creativa e intraprendente in ambito lavorativo, scolastico e relazionale nel momento in cui conosce le proprie caratteristiche, le modula e le utilizza in maniera appropriata. In tal senso, le caratteristiche dell'ADHD potrebbero "trasformarsi" in punti di forza da sfruttare in alcune circostanze.


Presso lo Studio NPN Macchitella seguiamo diversi bambini, ragazzi universitari e adulti con diagnosi di ADHD che svolgono una vita piena di soddisfazioni.


Dalrymple, R. A., Maxwell, L. M., Russell, S., & Duthie, J. (2020). NICE guideline review: attention deficit hyperactivity disorder: diagnosis and management (NG87). Archives of Disease in Childhood-Education and Practice, 105(5), 289-293.


Sagvolden, T., Johansen, E. B., Aase, H., & Russell, V. A. (2005). A dynamic developmental theory of attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) predominantly hyperactive/impulsive and combined subtypes. Behavioral and Brain Sciences, 28(3), 397-418.


Willcutt, E. G. (2012). The prevalence of DSM-IV attention-deficit/hyperactivity disorder: a meta-analytic review. Neurotherapeutics, 9(3), 490-499.


Wolraich, M. L., Hagan, J. F., Allan, C., Chan, E., Davison, D., et al., (2019). Clinical practice guideline for the diagnosis, evaluation, and treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder in children and adolescents. Pediatrics, 144(4), e20192528.

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